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Conferenza e mostra organizzata dal Comune di Zevio (VR) e dall'Associazione Culturale Storia Viva, no profit (VR)

Percorso Storico/Culturale dal giorno 19 Aprile al 1° Maggio 2014

Conferenza e Mostra
«Memories of war - Pow Albert Rhoades and the courage of Italian families»
“Memorie di guerra - Prigioniero Albert Rhoades e il coraggio delle famiglie italiane”
tenuta dal regista Mauro Vittorio Quattrina, da Giantonio Bonato e da Stephen Hewson, nipote di Albert, sul tema dei Pow in Italia e nel Veronese con la presentazione del Sindaco Diego Ruzza e Assessore alla Cultura del Comune di Zevio Michele Caneva. Tutta la programmazione è riportata nella locandina.
Dal 19 Aprile al 1° Maggio 2014.
Dopo il grande successo della Conferenza del 20 Luglio 2013 in Inghilterra a Market Rasen- Lincolnshire - l'Amministrazione Comunale dii Zevio (sede del campo di lavoro 148/IV°) ha pensato di organizzare questo importantissimo Convegno. Possibile che nel veronese nel periodo dicembre 1942 / settembre 1943 fossero attivi nel veronese 15 campi di concentramento e lavoro per prigionieri di guerra britannici? Ebbene sì, per quanto strano possa essere, oltre 1.500 prigionieri inglesi, scozzesi, egiziani, neozelandesi, sud africani, rhodesiani, indiani, australiani e di altri paesei del Commowealth oltre ad americani, canadesi e così via, passarono da questi campi.
Ma dove si trovavano questi campi, gestiti dal Regio Esercito? Pol di Bussolengo 148
Montecchia di Corsara 148/I
Lazise 148/II
San Martino Buon Albergo 148/III
Zevio 148/IV
Oppeano 148/V
Bonavigo 148/VI
Angiari 148/VII
Legnago/Vangadizza 148/VIII
Isola della Scala 148/IX, 148/X, 148/XI, 148/XII
Vigasio 148/XIII
Mozzecane 148/XIV
Ma perché sono così importanti per la storia del nostro territorio?
Sono di importanza storica vitale in quanto, dopo l’8 settembre 1943, i campi furono aperti e una moltitudine di prigionieri si riversarono nella fuga, nelle campagne veronesi. Ospitati dalle famiglie contadine e aiutati dalle stesse nella fuga, sono un chiaro esempio di sacrificio nella solidarietà.
Sono innumerevoli gli Schindler e Perlasca nel nostro territorio! Alcuni pagarono con la vita questa solidarietà come, per esempio, la fucilazione dei capofamiglia Betteli e Ferrari di Zevio. Molti pagarono con la prigione e la tortura.
Fra le famiglie contadine e i prigionieri di guerra alleati si svilupparono dei vincoli di lealtà e amicizia che continuarono anche dopo la guerra e continuano anche oggi, come nel caso della famiglia Bonato, di Zevio e quella del soldato Albert Rhoades. Tutta la storia è riportata nel Documentario "Quei giorni di coraggio e paura". Prigionieri di guerra alleati nei campi di lavoro del Veronese 1942/1945 - Chi erano, chi li aiutò a fuggire, i sacrifici delle famiglie veronesi. La memoria oggi" del regista veronese Mauro Vittorio Quattrina, opera che, per la prima volta, racconta questa straordianria ed inedita storia della gente contadina del veronese.
Dice il regista: "Quando nelle mie ricerche per il documentario sui POW in Italia per RAI "La storia siamo noi" mi sono recato presso il Comune di Bussolengo, non avrei mai immaginato...

 

 

 

 

Italian trip to tell grandfather’s wartime story once more

Stephen Hewson

Stephen Hewson

A North Willingham man is heading to Italy to be part of a prestigious commemoration of wartime bravery.

Stephen Hewson will be travelling to Zevio, in the north of the country, to meet with local families who helped save escaped prisoners of war like his grandfather, three-times Mayor of Market Rasen Albert Rhoades.

The story of Albert’s struggle for survival against the backdrop of World War Two are well documented, thanks to the book written by Stephen in 2012 - Memories of War, Letters of Hope, which has led to a number of speaking engagements, including the trip to northern Italy on April 19.

“It is a going to be quite an event, with a large display being mounted in the town hall about the different camps and many stories,” said Stephen.

“It is a huge honour to be representing my grandfather in this way - I feel very proud.”

“I have met members of the Bonato family who helped my grandfather, but now I will be able to meet some of the other families who helped other people escape to Switzerland and beyond - that will be the highlight for me.”

And travelling with Stephen, for what is certain to be an emotional occasion, will be Albert’s brother Lewis, who helped Stephen with the historical research for Memories of War, Letters of Hope, and sister-in-law Doreen.

The British Ambassador is among the dignitaries expected to attend the event, where Stephen will be one of the guest speakers, recounting his late grandfather’s experiences - all in Italian.

“I will definitely have to brush up on my Italian, but luckily it is a story I know very well,” added Stephen.

http://www.marketrasenmail.co.uk/news/features/nostalgia/italian-trip-to-tell-grandfather-s-wartime-story-once-more-1-5900460#.UxYsD3M9s6o.facebook

 
culturaespettacolo
PRESENTATA IN PROVINCIA LA RASSEGNA CULTURALE "QUEI GIORNI DI CORAGGIO E PAURA"
La manifestazione, dedicata ai prigionieri di guerra nei campi di lavoro del Veronese e alla solidarietà contadina, andrà in scena a Zevio dal 19 aprile al 1 maggio.

 

Oggi, nella Sala Rossa del Palazzo Scaligero, l’assessore alla Cultura e Identità Veneta Marco Ambrosini ha presentato il calendario di appuntamenti promossi nell'ambito della rassegna culturale “Quei giorni di coraggio e paura”, dedicata ai prigionieri di guerra nei campi di lavoro del Veronese e alla solidarietà contadina, che si svolgerà a Zevio dal 19 aprile al 1 maggio. Erano presenti: Michele Caneva, assessore alla Cultura del Comune di Zevio; Grazia Pacella, presidente dell'associazione culturale “Storia Viva”; Mauro Vittorio Quattrina, regista del documentario “Quei giorni di coraggio e paura”. La manifestazione, patrocinata dalla Provincia di Verona, è organizzata e promossa dall'associazione culturale “Storia Viva” in collaborazione con il Comune di Zevio.
L'evento nasce per commemorare i prigionieri di guerra che, nel corso del Secondo Conflitto Mondiale, furono dapprima deportati e in seguito fuggirono dai campi di lavoro del Veronese e per celebrare le famiglie contadine veronesi che misero in atto nei loro confronti opere di estrema solidarietà, pagando con la prigionia, la tortura e, in alcuni casi, con la vita. Il calendario di appuntamenti, che si svolgerà dal 19 aprile al 1 maggio nel territorio comunale di Zevio, comprende convegni, testimonianze, una mostra tematica, incontri, momenti culturali, proiezioni di documentari, attività scolastiche. L'apertura ufficiale della manifestazione si svolgerà sabato 19 aprile: alle ore 15:30 si terrà l'inaugurazione della via dedicata a Luigi Ferrari di Zevio, fucilato alle casermette di Montorio (Verona) per aver ospitato in casa propria dei prigionieri di guerra inglesi, mentre alle ore 16:00, presso il Centro Civico Culturale di Zevio, verrà inaugurata la mostra “Quei giorni di coraggio e paura”, visitabile fino a giovedì 1° maggio. Tra gli appuntamenti più attesi, sabato 19 aprile, alle ore 17:00, nella Sala Conferenze del Comune di Zevio, si terrà il convegno “Memorie di guerra – Prigioniero Albert Rhoades e il coraggio delle famiglie italiane”. Ospite dell'incontro sarà la famiglia Rhoades, che giungerà per l'occasione dall'Inghilterra e che porterà la propria testimonianza attraverso le parole di Stephen Hewson, nipote del prigioniere di guerra Albert Rhoades che fu ospitato dalla famiglia Bonato di Zevio. Tra i relatori sarà presente anche Mauro Vittorio Quattrina, regista del documentario “Quei giorni di coraggio e paura. Prigionieri di guerra alleati nei campi di lavoro del veronese 1942 – 1945. Chi erano, chi li aiutò a fuggire, i sacrifici delle famiglie veronesi. La memoria di oggi”. Il documentario racconta la storia dell'amicizia che si venne ad instaurare tra le famiglie Rhoades e Bonato e che proseguì anche dopo la guerra, fino ad oggi. Viene inoltre narrata, per la prima volta, l'inedita storia dei contadini veronesi che aiutarono i prigionieri in fuga, riversatisi nelle campagne. Tra i racconti di solidarietà contadina spinta fino al sacrificio, si ricordano in particolare i casi delle fucilazioni dei capifamiglia Betteli e Ferrari di Zevio. Gli appuntamenti della manifestazione proseguiranno, nella Sala Conferenze del Comune di Zevio, giovedì 24 aprile, alle ore 20:30, con la proiezione e la presentazione del docufilm sull'inno nazionale, dal titolo “Il Canto degli Italiani” e domenica 27 aprile, alle ore 20:30, con la proiezione del documentario “Prigionieri di Guerra alleati in Italia 1940/1945”, realizzato per Rai 3 “La Storia siamo noi”, che racconta, per la prima volta in un video, la drammatica storia dei Prigionieri di Guerra (POW) britannici nei campi di lavoro presenti anche nel Veronese. Nell'ambito della manifestazione “Quei giorni di coraggio e paura”, sono previste anche attività didattiche e incontri con gli alunni dell'Istituto Comprensivo Statale di Zevio.
Info: www.storiaviva.jimdo.com


Mercoledì 16/04/14
 

 

Telearena
Radioverona

 

Una via porta il nome dell'eroe dimenticato

Luigi Ferrari venne fucilato nel '43 dai nazifascisti

La cerimonia dell'amministrazione per intitolare una via del Comune a Luigi Ferrari
La cerimonia dell'amministrazione per intitolare una via del Comune a Luigi Ferrari
tutto schermo Troppo emozionata Elisa Ferrari per raccontare, seppure a 70 anni di distanza, la tragedia che diede un colpo mortale alla sua famiglia. Durante la cerimonia per l'intitolazione di una via a suo padre Luigi, l'anziana donna si è limitata a ringraziare quanti hanno contribuito a togliere dal dimenticatoio la memoria del genitore, fucilato nel 1943, alla Casermetta di Montorio, assieme ai fratelli Attilio e Leonildo Bettili, per aver dato rifugio a dei prigionieri britannici fuggiti la notte dell'8 settembre dal campo di concentramento a Villa Da Lisca.

Allora, le guardie si erano dissolte e i neo alleati catturati sul fronte africano approfittarono del caos, alcuni pensando di riparare in Svizzera, altri di ricongiungersi con gli anglo-americani che stavano risalendo l'Italia, altri ancora (la maggioranza) per rifugiarsi nei campi dei dintorni che conoscevano molto bene, perché sostituirono braccia italiane chiamate alle armi.
Ferrari e i Bettili, tutti con famiglia a Palù, finirono davanti al plotone d'esecuzione perché nel novembre del '43, durante un rastrellamento, un fascista rimase ucciso da fuoco amico. Scattò la rappresaglia e i tre contadini, colpevoli solo d'altruismo, finirono sotto il piombo nazifascista. Ma, mentre la memoria dei Bettili è stata onorata più volte, Ferrari era caduto nell'oblio. Cui ha posto fine il sindaco Diego Ruzza, intitolandogli una via.
Alla cerimonia nel nuovo quartiere Nardelle del capoluogo c'erano anche la senatrice Cinzia Bonfrisco, rappresentanze dei Combattenti e reduci, di gruppi alpini, dell'Arma, figuranti con jeep e divise britanniche della seconda guerra mondiale, Sthepen, Lewis e Doreen Rhoades, congiunti di Albert, uno dei prigionieri inglesi ospitati a Volon dalla famiglia di Amelio Bonato. L'iniziativa di ricordo, è proseguita nell'ex municipio con una mostra di reperti d'epoca e fotografie. Il regista Mauro Vittorio Quattrina, che alle vicende dei prigionieri alleati in Italia ha dedicato un video messo in onda dalla Rai, ha parlato di «storia dimenticata». Una quindicina i campi di concentramento attivi nella nostra provincia fino al 1943, tutti alle dipendenze del corpo d'armata di Bolzano e quasi tutti ormai scomparsi. Isole felici al confronto dei lager.
Pur tra difficoltà iniziali, i prigionieri avevano cibo, svolgevano anche attività ricreative e potevano barattare i pacchi ricevuti da casa, attraverso la Croce rossa, con generi di prima necessità. Dopo l'8 settembre, circa 400 prigionieri «inglesi» trovarono rifugio in famiglie contadine, particolarmente coraggiose. Una gara di solidarietà unica nel suo genere. «I nostri Perlasca, di cui cominciamo a parlare solo ora», ha concluso amaro Quattrina.
Giannantonio Bonato, figlio di Amelio, ha infine raccontato quando il piccolo capanno nei campi di famiglia arrivò a contenere 12 prigionieri alleati. I quali decisero di consegnarsi, dopo la fucilazione dei Bettili e di Ferrari. «A garanzia della loro incolumità, fu scelto si consegnassero ai carabinieri, politicamente neutri rispetto ai nazifascisti». I prigionieri si affidarono all'Arma con una procedura del tutto informale: al termine di una cena collettiva in casa Bonato.P.T.

Piero Taddei